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Co-Polimerizzazione

co-polimerizzazione

Relazione: GEOFF KNIGHT BDSc MSc MBA FICD

I cementi vetroionomerici (GIC) resistenti all’usura, come RIVA SELF CURE, possono essere utilizzati come materiali da restauro indipendenti purchè le cuspidi circostanti non siano indebolite e non vi siano stop centrici sulla superficie occlusale. Tali preparazioni includono generalmente cavità  occlusali da piccole a medie e restauri a tunnel.

Nei casi di preparazioni di cavità  in cui le cuspidi sono indebolite o in presenza di stop centrici sulla superficie del materiale da restauro, è possibile utilizzare la famosa tecnica a sandwich, descritta per la prima volta da John McLean negli anni ’70. L’idea era quella di sostituire la dentina con cemento vetroionomerico e lo smalto con resina composita.

Uno degli svantaggi di questa tecnica era costituito dalle deboli forze di legame createsi fra il cemento vetroionomerico e la resina composita quando il vetroionomerico appena polimerizzato veniva mordenzato con l’acido fosforico e il composito applicato su di esso.

Questo difetto può essere ovviato grazie alla tecnica di co-polimerizzazione in cui il cemento vetroionomerico modificato con resina è utilizzato come agente adesivo intermedio fra il cemento vetroionomerico (polimerizzato o no) e la resina composita. Di qui il nome co-polimerizzazione.

La forza di questo legame è difficile da determinare in quanto alcuni campioni vanno inevitabilmente incontro a frattura, come risultato della fallita coesione del cemento vetroionomerico.

Mordenzatura o condizionamento

La decisione di mordenzare un dente con acido fosforico oppure condizionare la superficie con acido poliacrilico non è facile.
Sebbene si affermi che l’acido fosforico rimuova i materiali dalla superficie della dentina per consentire l’adesione, un’applicazione di acido fosforico per 5 secondi determina:

  • Una mordenzatura della superficie dello smalto migliore di quella ottenuta con il condizzionatore.
  • La rimozione dello smear layer dalla superficie della dentina.
  • La rimozione di agenti contaminanti come l’olio del manipolo e la carica batterica.
  • La sicurezza per il medico di una superficie pulita e pronta per il posizionamento del restauro.
  • Soprattutto, la superficie di dentina demineralizzata si remineralizzerà  rapidamente mediante i minerali.
  • presenti nel fluido dei tubuli dentinali e nella base vetroionomerica.
  • Principi Fondamentali.
  • Prima della polimerizzazione, il restauro è costituito da uno strato di base di cemento vetroionomerico non polimerizzato, uno strato di cemento vetroionomerico modificato con resina non polimerizzato ed uno strato di resina composita non polimerizzata.

Quando la fotopolimerizzazione ha inizio, si verifica una sequenza di eventi:

  • La resina composita si polimerizza, con conseguente contrazione interna da polimerizzazione precedente all’adesione alle pareti della cavità.
  • Il cemento vetroionomerico modificato con resina (Riva Light Cure) determina l’adesione del composito polimerizzato ai mergini dello smalto, per un’estenzione di 25 micron e in assenza di stress nell’ interfaccia.
  • Il cemento vetroionomerico modificato con resina determina l’adesione chimica della resina composita al cemento vetroionomerico.
  • La reazione di polimerizzazione esotemica della resina composita riscalda il cemento vetroionomerico e da inizio ad una polimerizzazione a cascata in ogni punto, riducendo il tempo di presa a meno di un minuto.
  • Il tempo di presa verierà in base alla temperatura operatoria alla quale il restauro è stato realizzato.
Riepilogo

Diversamente dalla resina composita, il cemento vetroionomerico, oltre ad eliminare la sensibilità post-operatoria, aderisce chimicamente alla dentina cariata remineralizzandola.
L’adesione con la dentina crea un legame meccenico ad elevato stress con una superficie biologicamente attiva.

La CO-POLIMERIZZAZIONE produce un’adesione chimica tra il GIC e la resina composita e crea un legame con assenza di stress a livello dell’interfaccia del restauro.

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